Quanti tra noi si intendono di musica, sanno perfettamente quanto sia importante dare spazio e sfogo a questa passione, utilizzando strumenti che siano di grande rilevanza e ci aiutino anche in parte a praticare la musica in modo consapevole e con grande trasporto, così come davvero ognuno di noi vorrebbe. Ci sono strumenti che hanno quindi un valore molto importante, che va al di là del semplice valore economico.
Tra tutti gli strumenti, quello che di solito ci dà una grande carica è la chitarra. Ce ne sono alcune che oggi possiamo dire hanno fatto la storia della musica internazionale, e tra tutte c’è la Fender, un’icona, un vero e proprio pezzo da novanta che ci permette di capire quanto sia rilevante per un musicista possederne una e averla come fonte di grande successo.
La Fender è uno di quei marchi più leggendari in tutto il circuito degli strumenti musicali, che fa capo in particolar modo all’interno del contesto musicale moderno e cercheremo di individuare intanto alcuni parti della sua storia, dalle origini a oggi, e poi anche i modelli che oggi sono diventati davvero iconici e di grande impatto emotivo.
La rivoluzione degli anni ’40 firmata Fender
Era la metà degli anni ’40, per l’esattezza ci troviamo nel 1946, quando Clarence Leonidas, chiamato Leo, Fender si ritrovò a sfruttare la sua professione, in quanto era un tecnico e innovatore californiano dando vita a una società chiamata Fender Electric Instrument Company. Un’idea nata proprio per progettare e creare chitarre e bassi elettrici che fossero non solo pratici e facili da produrre e usare, ma anche molto compatti.
Finalmente nascevano le prime chitarre non più cave, ma fornite di corpi solidi, andando per questo motivo a migliorare decisamente il sustain e riducendo drasticamente, ma ovviamente sempre in modo graduale il feedback. Tutto al fine di avere un suono pulito, ma con uno strumento che si presentasse innovativo e all’avanguardia.
Fender si giocò tutte le carte necessarie per dare vita a qualcosa di utile e di importante. E fece quel passo avanti necessario per sfondare, per dare vita e suono in questo caso a uno degli strumenti più amati, che un po’ tutti i musicisti sono in grado di imbracciare, ma che emette dei suoni che solo un esperto musicista è in grado di realizzare, attraverso veri e propri virtuosismi musicali.
Ecco i modelli più importanti
La prima chitarra elettrica risale al 1950 con la Telecaster (che dapprima si chiamava Esquire e poi Broadcaster). Si tratta di una mossa volta a dare una spinta inclusiva al progetto di Fender fin dagli inizi di questa nuova avventura. Fu un colpo d’occhio, un azzardo, ma che ebbe degli ottimi risultati, e indubbiamente il test più riuscito di sempre, tanto da essere usata da artisti del calibro di Bruce Springsteen e Jimmy Page.
Abbiamo poi la Stratocaster, risalente al 1954. E’ tra le chitarre elettriche più famose, e anche la più riconoscibile anche tra i non addetti ai lavori. Ha un design bellissimo e molto ergonomico, facile da manovrare e presenta una rivoluzione su tutte: ha il classico ponte tremolo sincronizzato. A usarla Jimi Hendrix, Eric Clapton e John Mayer.
Tra gli anni ’60 e gli anni ’70, c’è un vero e proprio cambiamento in atto, che include il fatto che Leo Fender decise di vendere la sua importantissima azienda alla CBS: si registrò di conseguenza un calo delle vendite a cui è corrisposto chiaramente anche un calo della produzione, causando del resto anche la fuga di tutti i musicisti molto affezionati al marchio verso la Gibson.
Il rilancio degli anni ’80
Con gli anni ’80, è il tempo di Bill Schultz, che era a capo di un gruppo di investitori, in grado di riportare l’azienda ai livelli del passato e forse anche più in alto, puntando di nuovo sull’innovazione e sulla ricerca dei particolari che hanno fatto ritornare in auge le chitarre Fender. I modelli storici in tal caso hanno avuto un ruolo importantissimo.
Il motivo è molto semplice: se in passato musicisti di un certo calibro sono stati così attratti dalla praticità e insieme anche dalla bellezza del suono e della musicalità di queste chitarre, in nessun’altra maniera sarebbe stato possibile riuscire a chiudere il cerchio se non ripresentandole, ma migliorate sotto diversi punti di vista.
A partire da questa idea del nuovo gruppo di investitori, si è riuscito quindi a trovare una soluzione facile ma sicuramente intelligente. Si stava attenti sempre alla qualità degli strumenti, ma tutto verteva sulla produzione mirata e pur sempre eccellente, senza grandi novità o cambiamenti, ma solo per rendere l’azienda di nuovo la leader della produzione delle chitarre.
Oggi la Fender, un’azienda senza tempo
Oggi la fama dell’azienda Fender non è cambiata. C’è proprio un’attenzione capillare, che ci porta davvero a valorizzare le vecchie chitarre del passato. Una Fender del 1980 ha un valore incredibile, si aggira anche intorno al mezzo milione di euro per tutte le edizioni limitate, ma anche per quei pezzi che vengono messi all’asta dopo essere appartenuti anche a personaggi di spicco nell’orizzonte musicale.
Fender resta, quindi, un’icona senza tempo e senza limite, che continua a guardare futuro, non dimenticando il futuro e focalizzandosi sul presente, senza temere la concorrenza e ancora di più dando spazio all’innovazione, in una coerenza di qualità e di contenuti che del resto sono il suo migliore marchio di fabbrica.