Allerta digitale terrestre: ecco i canali che non si vedranno più se…

Il cambiamento verso il digitale terrestre è ancora un processo che è in profondo divenire anche se la procedura è di fatto iniziata da più di qualche anno ed ha già coinvolto una fetta importante della popolazione e cittadinanza italiana. Quella attuale è definita la seconda generazione del DVB, che appare molto simile rispetto alla prima.

Ma i canali che sono tutt’ora visibili rischiano di non vedersi più soprattutto se non abbiamo provveduto preventivamente a sviluppare un’azione specifica, anzi più di una. Questo perchè nel nostro paese il processo di cambiamento sta coinvolgendo anche vari canali decisamente diffusi ed importanti quanto seguiti ed apprezzati oltre che conosciuti.

L’evoluzione del digitale

Se la prima generazione del digitale terrestre, che ha iniziato ad attivarsi nei primi anni del secolo attuale, ha portato infatti la necessità di aggiornare i propri dispositivi di visione della televisione, fino a pochi anni prima stabilmente legata all’approccio standard conosciuto come analogico. L’avvento del digitale non è stato inizialmente apprezzato da tutti anche per questa necessità di spendere denaro aggiuntivo.

Questo però ha portato una serie di vantaggi legati alla qualità ma anche alla quantità dei nuovi canali oltre dalla possibilità di poter ottenere un numero di funzioni decisamente diverse ed aggiornate, da questo punto di vista: il concetto è stato quindi mantenuto anche con la seconda generazione che ha visto la stabilizzazione di nuovi canali e segnali.

Novità in vista

La necessità di proseguire con lo sviluppo tecnologico è legata al miglioramento dei vari segnali che sono stati anche soggetti a cambi di bande, e dell’introduzione di nuovi Codec audio e video, permettendo quindi di fruire di canali nuovi in uno standard migliore. Tuttavia è necessario avere un decoder o un TV aggiornato per mantenere questa possibilità.

  • E’ sufficiente aver acquistato un TV o decoder venduto almeno dalla fine del 2018 perchè sia già adattato al nuovo standard
  • In caso contrario i canali progressivamente spariranno dalla visione

Anche quelli dei quali siamo più abituati alla visione come ad esempio quelli del Gruppo Rai, oltre a Rai 1, Rai 2 e Rai 3, le trasmissioni legate alle frequenze arrivate nel 21° secolo come i vari Rai 4, Rai 5 e via discorrendo, che sono stati trasferiti presso il nuovo MUX e quindi visibili e godibili esclusivamente con le nuove tecnologie che sono ancora in fase di totale attivazione.

Possiamo verificare la forma di sviluppo e diffusione concettuale semplicemente effettuando una ricerca automatica e poi dirigerci verso i canali test, che possono essere 100 o 200, per la verifica dei nostri dispositivi se sono compatibili al nuovo standard, oppure al numero 558 per la verifica dei codice HEVC che è anche indispensabile per i contenuti in alta definizione.

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